25 Aprile 2020: Le donne della Resistenza
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35mila le donne della Resistenza: 1859 violentate, 4635 torturate, 2750 deportate, 623 fucilate o uccise in azione. Questi sono numeri da ricordare, i numeri che hanno fatto la storia, i numeri che hanno fatto l’Italia.
Gina Galeotti Bianchi, 32 anni, incinta di 8 mesi, fucilata per essere una "biciclettista". Quella della biciclettista è una figura chiave della Resistenza, ma che è sempre stata messa in secondo piano.
Le partigiane sono sempre state un passo indietro nella scena della storia italiana, invece largamente occupata dagli uomini.
La prima fu Liliana Cavani, nel 1965, a squarciare il velo sul ruolo femminile durante la Resistenza nazifascista, con un documentario sulle donne di quel tempo.
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35mila le donne della Resistenza: 1859 violentate, 4635 torturate, 2750 deportate, 623 fucilate o uccise in azione. Questi sono numeri da ricordare, i numeri che hanno fatto la storia, i numeri che hanno fatto l’Italia.
Gina Galeotti Bianchi, 32 anni, incinta di 8 mesi, fucilata per essere una "biciclettista". Quella della biciclettista è una figura chiave della Resistenza, ma che è sempre stata messa in secondo piano.
Le partigiane sono sempre state un passo indietro nella scena della storia italiana, invece largamente occupata dagli uomini.
La prima fu Liliana Cavani, nel 1965, a squarciare il velo sul ruolo femminile durante la Resistenza nazifascista, con un documentario sulle donne di quel tempo.
Fortunatamente negli ultimi anni si sta cominciando a dare spazio a queste donne che hanno combattuto valorosamente per scrivere un importante capitolo della storia italiana.
E' importante ricordare alcune personalità che si sono distinte, come Tina Anselmi, staffetta partigiana, oppure Oriana Fallaci, quattordicenne biciclettista di Firenze, o ancora Genni Weigmann Mutti, artista berlinese e attivista nella Milano della Resistenza.
Ma come suggerisce il documentario di Malina de Carlo, intitolato Partigiane 2.0, anche oggi ci sono ragazze che si espongono in prima linea, stavolta però, per tenere vivo il ricordo di quelle donne coraggiose.
Ilaria Laise e Cecilia Gnocchi, a Milano, hanno deciso di provvedere al restauro delle lapidi di queste donne: ridipingere i nomi, sbiancare le pietre, lucidare i bronzi, insomma.. mantenere viva la memoria.
Buona festa della Liberazione, xoxo
- Giulia Badii
35 thousand are the women of the Resistance: 1859 raped, 4635 tortured, 2750 deported, 623 shot or killed in action. These are numbers to remember, the numbers that made history, the numbers that made Italy.
Gina Galeotti Bianchi, 32 years old, eight months pregnant, shot for being a "biciclettista". The figure of the “biciclettista” is a key figure of the Resistance, but that, despite this, has always been put in the background.
The female partisans have always been a step back in the scene of Italian history, instead largely occupied by men.
First it was Liliana Cavani, in 1965, to tear the veil on the female role during the Nazi-fascist Resistance, with a documentary on the women of that time.
Fortunately in recent years we are beginning to give space to these women who fought valiantly to write an important chapter of Italian history.
It is important to remember some personalities who have distinguished themselves, such as Tina Anselmi, partisan runner, or Oriana Fallaci, a fourteen years old bicyclist from Florence, or even Genni Weigmann Mutti, Berlin artist and activist in the Milan of the Resistance.
But as the documentary by Malina de Carlo, entitled Partigiane 2.0, suggests, today there are also other girls who expose themselves in the front line, this time, however, to keep alive the memory of those brave women.
Ilaria Laise and Cecilia Gnocchi, in Milan, decided to restore the tombstones of these women: repaint the names, whiten the stones, polish the bronzes, in short.. to keep the memory alive.
- Giulia Badii
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